Georg Wilhelm Friedrich Hegel

 Hegel abbe una formazione teologica nel seminario protestante di Tubinga, nel quale incontro il poeta Hoelderlin e il filosofo Schelling. Egli rimase fedele tutta la vita a Kant e alla Rivoluzione Francese.

Dopo gli studi si trasferisce prima a Berna poi a Francoforte, in tale periodo scrive "Scritti teologici giovanili" tali scritti mostrano la motrice religiosa di molte categorie della filosofia di Hegel.

"Lo spirito del cristianesimo e il suo destino" (1798-1800) esalta il cristianesimo come la religione più compiuta in queanto rappresenta la riconciliazione tra Dio e il mondo.(amore e forza)

Hegel ha un'aspirazione costante verso l'intero e la totalià, quindi superamento della scissione. 

"Differenza tra in sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling", in cui si schiera con Schelling e critica il sistema di Fichte perchè privilegia l'IO a scapito dell'oggetto senza mai giungere a ricomporli. Apprezza Schelling perchè individua nell'assoluto il superamento della separazione tra soggetto e oggetto.

"Fenomenologia dello spirito" Hegel si allontana da Schelling. Assoluto unità indifferenziata, le opposizioni vengono superate semplicemente perchè si annullano.

"La scienza della logica" assicura alla filosofia un metodo scientifico e le conferisce una forma rigorosa (come avviene per la geometria e la matematica). Deve essere concreta. Conferirle un ordine razionale.

Carattere complessivo del sistema hegeliano: si basa sulla riflessione razionale e la ricerca della distinzione tra i concetti.

 

I CAPISALDI DEL SISTEMA HEGELIANO

  I tre concetti chiave della filosofia hegeliana sono:

  • La concezione dialettica della realtà e del pensiero.

    Secondo cui la realtà e il pensiero sono la medesima legge di sviluppo, che si compone di tre momenti.

    • intellettuale o astratto (tesi): affermazione o posizione di un concetto astratto o limitato.

    • dialettico o della negazione (antitesi): la negazione della tesi come concetto limitato e finito.

    • speculativo (sintesi): la negazione della negazione, che è affermazione dell'unità delle determinazioni opposte.

       

  • L'idea che la verità coincide con il tutto, cioè non consiste in una considerazione parziale delle cose (astrazione), ma nella loro visione completa e globale.

    Infatti ogni cosa o aspetto del reale ha un senso che risiede nella sua relazione con tutti gli altri.

  • La convinzione della razionalità del reale per cui tutta la realtà coincide con il dispiegarsi progressivo  di un principio razionale (l'idea o assoluto).

    Il quale è onnicomprensivo e non è sostanza ma processo.

    Dunque la sua verità si rivela alla fine, in cui si realizza la sintesi dei mometi precedenti.

    La filosofia è descrizione di ciò che è già avvenuto e comprensione della stuttura razionale degli eventi (metafora della nottola di Minerva).

     

    LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

    Nella Fenomenologia dello spirito si presentano:

    le tappe della vita dello spirito nel suo percorso verso il sapere assoluto, che sono:

  •  La fase della coscienza, la coscienza conquista la consapevolezza di sè e della propria funzione costitutiva del senso delle cose.

  •  La fase dell'autocoscienza, la coscienza ottiene la conferma della propria identità e libertà.

  •  La fase della ragione, l'autocoscienza si eleva a ragione e assume in sè ogni realtà.

    Nella Fenomenologia dello spirito si afferma: 

    Una visione ottimistica e giustificazionista della realtà e della storia. 

    Infatti lo sviluppo dialettico della realtà necessita della contrapposizione e della negazione, ma le supera in una sintesi superiore. La quale:

    •  rivela l'intrinseca razionalità della storia e giustifica ogni evento all'interno di una visione onnicomprensiva.

    • si ideantifica con il sapere assoluto e lo stesso sistema hegeliano.

    Dialettica servo-padrone

    è una celebre "figura" della Fenomenologia dello spirito di Hegel. È considerato un concetto chiave nel sistema filosofico hegeliano, che ha influenzato altri filosofi successivi come Karl Marx, che lo ha reinterpretato in maniera originale.

    Esso descrive, in forma narrativa, l'incontro di due esseri autocoscienti che danno vita a una "lotta mortale" prima che uno schiavizzi l'altro, per poi scoprire che la sua superiorità non gli assicura il controllo del mondo che aveva tentato di ottenere.

    Dialettica: la libertà che era vista prerogativa del padrone (tesi) e che poi è stata conquistata dal servo con il suo lavoro (antitesi) si rivela affermata come valore universale (sintesi).











     

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