ARTHUR SCHOPENAUER
Nasce a Danzica il 22 febbraio 1788, muore il 21 settembre 1860.
- recupera alcuni elementi dell'illuminismo, della filosofia di Platone, del romanticismo e del kantismo, fondendoli con la suggestione esercitata dalle dottrine orientali, specialmente quella buddhista e induista.
- crea una sua originale concezione filosofica caratterizzata da un forte pessimismo
-->straordinaria influenza, seppur a volte completamente rielaborata, sui filosofi successivi, come ad esempio Friedrich Nietzsche.
-nel 1818, pubblica la sua opera più importante," Il mondo come volontà e rappresentazione",
che ebbe tuttavia scarsissimo successo tra i suoi contemporanei e che
cominciò a ricevere qualche attenzione solo vent'anni dopo.
-Schopenhauer sostiene che il mondo è fondamentalmente ciò che ciascun uomo vede tramite la sua volontà, nella quale consiste il principio assoluto della realtà, nascosto alla ragione.
--> Realtà esiste in quanto io penso
--> Realtà che vediamo è un'illusione che costituisce l'io
-La sua analisi pessimistica lo porta alla conclusione che i desideri
emotivi, fisici e sessuali, che presto perdono ogni piacere dopo essere
stati assecondati, ed infine divengono insufficienti per una piena
felicità, non potranno mai essere pienamente soddisfatti e quindi
andrebbero limitati, se si vuole vivere sereni.
-->La condizione umana è
completamente insoddisfacente, in ultima analisi, e quindi estremamente
dolorosa.
-Di conseguenza, egli ritiene che uno stile di vita che nega i desideri, simile agli insegnamenti dell'induismo e del Buddhismo delle origini,
è quindi l'unico vero modo, anche se difficile per lo stesso filosofo,
per raggiungere la liberazione definitiva, in questa vita o nelle successive.
-Sull'esistenza di Dio, Schopenhauer è invece ateo, almeno per quanto riguarda la concezione occidentale moderna.
-L'amore ha la sua radice solo nell'istinto
sessuale, è un inganno della natura, il cui unico scopo è la
conservazione della specie .
-->(caso-limite per Schopenhauer è la mantide
femmina, che divora il maschio dopo l'accoppiamento). La stessa
attrazione tra due innamorati è già la volontà di vivere del nuovo
individuo. Dunque il matrimonio è sempre infelice perché si preoccupa
della generazione futura e non di quella presente.
Velo di Maya
-Schopenhauer riprende da Kant i concetti di fenomeno e noumeno.
-->Il fenomeno è il prodotto della nostra coscienza, esso è il mondo come ci appare.
-->Il noumeno è la cosa in sé,
fondamento ed essenza vera del mondo.
-Il fenomeno materiale è dunque
per Schopenhauer solo parvenza, illusione, sogno: tra noi e la vera
realtà è come se vi fosse uno schermo che ce la fa vedere distorta e non
come essa è veramente: il velo di Maya di cui parla la filosofia indiana.
IL
DIVENIRE DELLA NATURA
Il
centro del pensiero di Schopenhauer è molto potente. Egli ci dice
che non siamo noi padroni in casa nostra, noi siamo governati da una
volontà irrazionale che è la forza della natura, che ci
prevede come funzionari per la sua autoconservazione.
In
noi c'è una doppia soggettività: una illusoria, creata dal nostro
io (dai nostri progetti e desideri), ma questo è solo inganno e
illusione; il vero registra della nostra vita sta dietro le quinte ed
è la specie che ci prevede come funzionari per la nostra
autoconservazione.
Egli
afferma che noi viviamo in un mondo di rappresentazioni (tale
concetto nasce con Cartesio).
Non
gli piace la parola “essere” perché ritiene che la natura è un
eterno ed inarrestabile divenire (della materia organica, del
mondo vegetale, del mondo animale e del mondo umano, che si esprime
nell'agire senza alcuna motivazione se non per la soddisfazione dei
bisogni e dei desideri con cui la volontà irrazionale che sta alla
base realizza i suoi scopi).
Noi
non conosciamo la realtà, ma conosciamo solo le risposte che la
natura da noi osservata da alle nostre ipotesi.
Se
prima si osservava la natura cercando di cogliere le costanti, con
Cartesio si sottopone la natura alla prova sperimentale e se
desse ragione alle nostra ipotesi, le assumiamo come legge di natura.
Quindi ciò che conosciamo non è la natura, ma le risposte della
natura alle nostre ipotesi.
LA
“RAGION SUFFICIENTE”
La
scienza è l'essenza dell'umanesimo, perché l'umanesimo non è tanto
la celebrazione dell'uomo, quanto come dice Cartesio, attraverso la
scienza, l'uomo diventa dominatore e padrone del mondo.
Il
mondo come rappresentazione viene spiegato attraverso i
quattro principi di ragion sufficiente:
- la ragion sufficiente dell'essere, attraverso la quale noi collochiamo tutti gli enti nello spazio, nel tempo, nella loro successione causale e attraverso queste procedure li conosciamo.
- Il principio di ragion sufficiente di divenire, attraverso cui noi interpretiamo tutto ciò che diviene sulla base del principio della causa e dell'effetto.
- Il principio di ragion sufficiente del conoscere, per cui noi assumiamo come vere le conclusioni giustificate da premesse.
- Il principio di ragion sufficiente dell'agire, per cui noi giustifichiamo le nostre azioni a partire dalle motivazioni
Egli
afferma che tutto questo è rappresentazione del mondo.
Giustificazione che l'uomo introduce per nobilitare se stesso e per
non vedere com'è in realtà.
Kant
dice che noi ci comportiamo di fronte alla natura come un giudice,
non una natura contemplata, ma una natura giudicata. Kant riconosce
la grande rivoluzione di Cartesio, cioè quello che noi conosciamo
non è la realtà in sé, ma
la sua rappresentazione. Noi
non conosciamo la cosa in sé (noumeno), ma conosciamo le cose
per come ci appaiono (ossia solamente i fenomeni).
Tale
concezione viene assunta da Schopenhauer.
Egli
si oppone ad Hegel, che afferma che “tutto ciò che è reale è
razionale e tutto ciò che è razionale è reale”, perché ritiene
che il mondo sia regolato dalla volontà.
IL CORPO E LA VOLONTÀ
Bisogna
prescindere dalla corporeità (concetti sia della filosofia antica
che contemporanea).
Schopenhauer
ritiene che il corpo sia il luogo in cui si manifesta quella forza
che la natura esprime, cresce in ogni dove. La volontà irrazionale è
presente nel nostro corpo che agisce solo per soddisfare i propri
bisogni. Forza irrazionale perché è senza scopo, non le si
può sfuggire, si manifesta nel corpo.
IL
BISOGNO E IL DESIDERIO
Il
bisogno e il desiderio sono figure della mancanza (io desidero quello
che non ho, quello che ho me lo godo). La soddisfazione dei desideri
non estingue questa continua ricerca di soddisfazioni. Se dovesse
estinguersi questa concatenazione tra bisogno e soddisfazione
avremmo la noia.
Gli
uomini pensano di agire sulla base della realizzazione degli ideali o
secondo leggi morali, per Schopenhauer sono degli inganni, i
valori sono dei coefficienti sociali con cui una comunità
cerca di convivere con la minor belligeranza possibile, quindi dei
facilitatori della convivenza umana.
La
vera macchina è la forza della natura, che agisce attraverso
il desiderio sessuale. Gli individui, corrotti dal desiderio
sessuale, generano per la specie e per evitare la sua estinzione.
LE
VIE DELLA LIBERAZIONE
Tra
l'economia dell'io e della specie vi è un conflitto
permanente. Dunque, bisogna trovare delle vie di liberazione
dal dolore e dalla noia.
Afferma
che il suicidio non è una via di liberazione in quanto il suicida
non è un individuo che non ama la vita, ma è un individuo che non
ama le condizioni in cui si trova a vivere.
L'unica
via di liberazione è il Noluntas, contro la volontà che
vuole se stessa, gli uomini possono opporre solamente una “non
volontà” (si collega alle filosofie orientali).
Atteggiamento
che dobbiamo noi assumere per contrastare la volontà irrazionale.
Strade
per farlo assunte in tre figure:
-La
compassione (no amore o pietà), consapevolezza che il dolore non
è individuale ma di tutta la specie.
-L'arte,
che ci porta fuori dallo spazio, dal tempo, dal desiderio (se io
guardo un quadro lo godo a prescindere che sia mio o no).
-L'ascesi,
astinenza sessuale.
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