HENRY BERGSON (1859-1941)


 Egli compie una distinzione tra:


 -tempo della scienza 

--> dunque successione omogenea di istanti, tempo esteriore, misurabile e spazializzato.


-tempo della coscienza

 --> esso è un flusso continuo, tempo interiore e qualitativo.



Egli identifica la coscienza come la memoria --> in essa si distinguono tre aspetti:


-il ricordo puro --> è pura durata spirituale, costituisce il deposito di tutti i ricordi passati, registra automaticamente tutto ciò che viviamo nella sua forma originale e globale, pur non avendone consapevolezza. 


-il ricordo-immagine --> l'atto con cui il passato si concretizza nel presente  in vista dell'azione, facendosi per frammenti qui e ora. Esso costituisce  una piccola porzione della memoria complessiva  

--> dunque per Bergson la coscienza pur essendo memoria non può essere ricordo, è una dimensione più ampia rispetto alla sfera della consapevolezza.



-la percezione --> è la facoltà che ci lega al mondo esterno e seleziona i dati utili alla vita concreta. Essa rientra nelle attività corporee che limitano e circoscrivono la coscienza. 

Memoria e percezione corrispondono ai due estremi dello spirito e del corpo. Lo spirito comprende la totalità della vita vissuta, il corpo invece si concentra sul presente e sulle necessità pratiche, portando alla luce solo una parte della totalità. --> per questo un suono, odore o immagine possono far riaffiorare un ricordo, emergere di una memoria profonda e sommersa al di sotto del livello consapevole. (Freud --> inconscio).


Egli afferma che --> lo slancio vitale è all'origine della vita biologica e spirituale


 --> esso è energia spirituale invisibile che si espande nell'universo dando vita a tutti gli  esseri. Tale energia crea di continuo e in modo imprevedibile. Si tratta di un impulso spirituale e invisibile che trabocca nel mondo, esso si espande nell'universo, irradiandosi in ogni direzione, ma con un'intensità variabile. --> Tale differenza di intensità spiega la differenziazione degli esseri e delle specie, in particolare quella tra mondo vegetale e  animale

--> sono diverse  diramazioni dell'unica vita che sorregge la realtà. (analogie morfologiche tra gli animali o i vegetali tra i livelli più alti o più bassi della scala biologica).

--> La vita è creatività libera e imprevedibile. La vita all'inizio è "totipotenza" -->  possibilità  di divenire tutte le cose, che gradualmente si attualizza e si specifica. 

--> Egli paragona la vita dell'universo all'esplosione di un proiettile in mille pezzi, che a loro volta si distruggono in altri frammenti, ogni essere è ogniuno di questi frammenti.  

--> Saremmo potuti essere qulcosa di diverso, ma la contingenza ha fatto in modo che fossimo così --> non per necessità, ma per grandiosa libertà dell'energia vitale. 



Egli afferma che la conoscenza è di due tipi:


-intellettiva ed esterna (propria della scienza). --> Possiamo compiere un analisi su un oggetto dall'esterno, per ricomporne poi, tramite concetti, i diversi aspetti. Essa è utile per la risoluzione di problemi concreti, ma non ha valore dal punto di vista teorico, soltanto per quello pratico.


-intuitiva e interna (propria della metafisica). L'oggetto non è scomposto o analizzato, ma viene colto immediatamente dall'interno, nella sua totalità.  

(es. --> possiamo visitare una città affidandoci alle cartine, oppure fare un'esperienza diretta, percorrendo le strade e facendomi travolgere dalla sua atmosfera).

--> Tale forma di conoscienza è la sola che consenta una comprensione piena della vita .



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